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  • Immagine del redattoreAngela

Monte Pisano: Cosa si nasconde sotto i nostri passi?

Aggiornamento: 16 mag 2020


Immaginatevi di essere nella piana di Lucca, e di guardarvi attorno. Il vostro sguardo va a nord dove vedete le dolci colline capannoresi appoggiate al quadrato Altopiano delle verdi Pizzorne; dietro spiccano delle morbide montagne, sono gli Appennini. A nord-ovest le Alpi Apuane sovrastano le colline di Oltre Serchio. Spostate il vostro sguardo a est e poi a sud e vedete la piana che sembra non finire mai, fino a che non incontra, improvvisamente, una piccola catena isolata: i Monti Pisani.


La catena dei Monti Pisani da San Pancrazio (LU)

Dietro di loro si intravede solo luce, sembra non esserci altro, ma anche se non potete vedere cosa ci sia dietro, perché vi trovate a Lucca, dove c'è quella luce sapete esserci il mare. Con questa immagine in mente, sarà più facile immaginare che quei Monti, milioni di anni fa, fossero delle isole, e al posto delle pianure ci fosse il mare.


Per noi immaginare cosa possa succedere in un milione di anni è strano, siamo abituati a intervalli temporali molto brevi. La vita di un essere umano si conclude nell'arco di un secolo, ma la vita di un pianeta beh, è di tutt’altra misura.


Voglio scriverlo per esteso: 4.543.000.000 anni, questa è l'età del nostro amato pianeta, se messa a confronto con la mia età, 29 anni, ci rendiamo conto di quanto un anno abbia un impatto esiguo sulla vita di un pianeta. La vera essenza della frase “in un batter d’occhio”, questa è la nostra vita a confronto con quella del pianeta.


A scuola ci hanno insegnato che la Terra non si è sempre presentata come la vediamo oggi, i continenti e gli oceani non esistevano. Esisteva un unico grande continente (Pangea) ed un unico Oceano (Tetide).

Provate ad immaginare la Terra come un puzzle in tre dimensioni, so che può non essere semplice ma sforzatevi.

Questo puzzle chiamato Terra è un corpo sferico dinamico, quindi in continuo movimento ed equilibrio. I pezzetti di quel puzzle si muovono reciprocamente. Allontanandosi creano oceani e avvicinandosi creano montagne.



Modello di puzzle 3D, (per ricordare la Tettonica a Placche)

Il Monte Pisano è ritenuto da storici e geologi una delle formazioni rocciose più antiche d'Italia.


Come si è formato?

Di cosa è fatto?


Vediamo, cerco di raccontarvelo.


Quando si osserva una montagna ci si chiede di cosa sia fatta (quindi la sua composizione) e come abbia fatto ad “alzarsi” (quindi il processo metamorfico). Ma noi vogliamo semplificare.


Circa 20 milioni di anni fa si sono formati gli Appennini a causa del movimento reciproco di quei pezzetti di puzzle di cui vi parlavo prima. Durante questa fase si sono formati anche i nostri Monti Pisani. Più precisamente il blocco Sardo-Corso, che ovviamente non si trovava dove è adesso, si è staccato dal nostro continente (Francia e Spagna) e ruotando con perno nel Golfo di Genova ha accumulato materiale verso est originando una catena montuosa, gli Appennini. Pensate a quanta energia sia servita affinché la crosta si plasmasse a formare delle montagne. Per semplificare possiamo pensare ad un ventaglio aperto che poi si chiude.


Vediamo il “di cosa è fatto”.


Se avete fatto un'escursione in questo luogo con me, con Giulio o con Fede, sono convinta che vi sarete sentiti dire “Guardate quanti colori diversi che ci sono tutti insieme”. Passeggiando sul Monte Pisano ci si rende facilmente conto di questa varietà visiva: le tonalità di verde della vegetazione, il marrone dei tronchi d'albero, la miriade di colori dei fiori primaverili, e poi le rocce: rocce bianche, grigie, rosa, verdi, viola. Non sempre ci si sofferma sulla loro forma (morfologia).


In geologia usiamo un parametro chiamato granulometria, lo utilizziamo per distinguere le rocce a grana fina da quelle a grana più grossollana. Se ci fate caso, ci saranno rocce più lisce e rocce più ruvide (se sei un geologo e stai leggendo, ti prego consentimi questi termini). Una roccia liscia (grana fine) avrà al suo interno granelli molto piccoli, mentre una roccia ruvida (a grana grossa) avrà granelli più grandi. L' aspetto della superficie di una roccia chiaramente è legato, oltre che alla granulometria, anche all'erosione, quindi agli agenti atmosferici. Pensate alla differenza tra la superficie di un cavolfiore e quella di una mela.



Confronto tra un fondo oceanico e un fondo fluviale esistenti

Immaginate che quella roccia liscia, prima che diventasse roccia, fosse il sabbioso fondo oceanico, e che invece quella roccia ruvida fosse il fondo ciottoloso di un fiume. Allora questo cosa significa? Se sui Monti Pisani vedo una roccia con granelli più grandi e ruvida posso pensare che milioni di anni fa anziché trovarsi in cima alla Verruca si trovasse sul fondo si un fiume? Si, puoi pensarlo.


I Monti Pisani si possono dividere in tre diverse zone (unità): Monte Serra, Santa Maria del Giudice e Falda Toscana sulle colline di Oltre Serchio (di cui non parlerò, magari nel prossimo articolo se ti ho incuriosito).


Sul Monte Serra e le aree circostanti sarà facile trovare rocce più ruvide, il che significa che starete camminando, si quello che , ben 240 milioni di anni fa, era il letto di un fiume. Le rocce che si trovano sulla Verruca prendono il nome di anageniti grossolane: sono delle bellissime rocce ruvide costituite da meravigliosi cristalli di quarzo.



Rocca-della-verruca-monti-pisani
La rocca della Verruca sui monti pisani


Anche da lontano si riconosce bene il ciottolame: ciottoli bianchi o talora macchiati di rosso violaceo. Simili in composizione ma un po' meno ruvide sono le quarziti zonate viola che si trovano nella Valle della Polla ad Agnano. Al loro interno sono state trovate impronte di dinosauri datate a circa 220 milioni di anni fa....allora, sui Monti Pisani ci hanno camminato i dinosauri!!!!


La cosa interessante dei fiumi è che il loro aspetto cambia dalla sorgente lungo il loro percorso con l'avvicinarsi alla foce. Infatti un fiume nasce come un piccolo rigagnolo; durante il suo tragitto raccoglie sempre più acqua aumentando la sua portata; la sua larghezza crescerà man mano che diminuirà la pendenza del pendio da cui scende e i ciottoli sul fondo diventeranno sempre più piccoli, se in montagna il fiume ha un comportamento torrenziale, in pianura si addolcirà formando un ambiente a meandri. Qui, vicino alla foce, il suo letto sarà formato da granelli molto piccoli che sui Monti Pisani corrispondono a rocce che presentano una stratificazione alternata chiara scura, come se la roccia avesse registrato la presenza dei diversi canali di un delta.


Sappiamo tutti che i fiumi a volte inondano le pianure circostanti. Noi abbiamo imparato a costruire opere idrauliche come gli argini o i canali di bonifica come il Canale dell'Ozzeri.


Canal Ozzeri, Gattaiola, Lucca

Milioni di anni fa l’opera dell’uomo era inesistente e la natura faceva il suo corso. La testimonianza della presenza di queste pianure fangose inondabili è data da rocce scure e lisce chiamate scisti viola. Provate ad immaginare l'ambiente tipico della savana: questo era quello che c'era 200 milioni di anni fa allo Spuntone di Santallago.

Arrivati alla foce l'ambiente cambia, e diventa lagunare.

Le onde che si infrangono lentamente sulla battigia; l'acqua che avanza e poi si ritrae lasciando un disegno sul fondo: immaginatelo, anzi ricordatelo. Da piccoli non avete mai giocato a distruggere quel disegno e ad aspettare che le onde lo ricreassero? Io si!!!!!!

Questo disegno, creato da quella Laguna è ancora visibile, ad Agnano, precisamente al Terminetto, dove troverete degli scisti verdi con le stesse forme del fondo del mare di battigia.


I fiumi dove muoiono? Muoiono in mare. Avete mai sentito parlare dei Marmo Ceroide di San Giuliano? Molti dei monumenti e delle pievi di Lucca e Pisa sono state costruite utilizzando il marmo estratto dai Monti Pisani, sotto al Moriglion di Penna. Il marmo prima di essere tale, è un calcare (nel nostro caso) e questo calcare si è formato in mare, infatti al suo interno sono stati trovati resti di fossili marini.

E quindi la prossima volta che camminerete sul Moriglion di Penna fermati e chiudete gli occhi: in realtà state camminando su quello che circa 200 milioni di anni fa era un fondale marino!!!!!!


Ora sono montagne; ma prima erano fiumi, no una laguna, no erano mare...accidenti, erano tutto!


Molto sinteticamente ho cercato di illustrarvi alcuni ambienti che erano presenti sui nostri cari Monti Pisani nel Triassico (più di 200 milioni di anni fa).

Ma voglio sorprendervi ancora di più. Ecco come si presentava l'ambiente nel Carbonifero (350 milioni di anni fa).


Ricostruzione dell'ambiente di foresta pluviale di 350 mln di anni fa nell'area oggi occupata dai Monti Pisani

Foresta pluviale, enormi felci.....

Verso il tardo Carbonifero, sul territorio oggi occupato dai Monti Pisani, sorgeva una delle propaggini di una grande catena montuosa, la catena Ercinica, formatasi tra 345 e 307 milioni di anni fa si estendeva nell'attuale Europa centro-Meridionale. Presa dall'erosione iniziò ad invecchiare.

In questo momento della storia della Terra, l'Italia era situata all'altezza dell'equatore; questo ha favorito il formarsi di una foresta pluviale.

Nelle valli le foreste e le paludi si svilupparono velocemente grazie al clima caldo e umido, come ci dimostrano i fossili rinvenuti in abbondanza negli scisti di San Lorenzo; resti fossili di importanza scientifica veramente eccezionale, che ci permettono di poter ricostruire quell'ambiente incredibile.


Quindi i Monti Pisani non sono dei semplici colli?

La risposta è no.


I Monti Pisani sono un libro che racconta circa 360 milioni di anni di storia di un territorio!


Quando ci camminerete sopra, vi prego, pensate a quanta storia state toccando.

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