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Primavera a Cisanello

Aggiornamento: 26 apr 2020

Giorno... uhm… giorno 49 di quarantena? Si, credo che per me sia il quarantanovesimo giorno. Cominciano ad essere un bel po’ e ho notato come questa stramba, assurda ed unica (speriamo) esperienza stia cominciando a cambiarmi.


La voglia di vivere il mio territorio e di fare una escursione sui monti pisani, e di farlo vivere agli altri è quasi dolorosa ma, il mio territorio, prima vasto ed ampio, i cui confini erano fatti da tempo a disposizione, da energie da spendere e benzina nella mia macchina, ora si è ridotto, rimpicciolito riadattato alle esigenze e le leggi del momento.


Il tuo mondo, adesso, è tutto quello che c’è nelle vicinanze della tua abitazione... 200m?250? Ok, vediamo che cosa c'è nel mondo a 200m da casa nel mondo “nelle vicinanze della tua abitazione”.


Il tuo mondo è più piccolo, ma tu sei sempre lo stesso: fai la guida, sei una guida. E non sei sempre lì a dire cose come “ah, basta trovare lo straordinario nell’ordinario” (cit)? o altre frasette come “non servono luoghi lontani per grandi avventure, ma occhi attenti e pronti a stupirsi”? Ecco, ora hai un luogo super ordinario e vicinissimo a te, quindi? Quindi sono andato ad esplorare ciò che c’è a 200 metri da casa, Via di Padule, a Cisanello (Pisa).


Storia di un’escursione urbana.


DISCLAIMER – Queste esperienza è il frutto letterario di 4 brevi passeggiate avvenute in altrettante settimane. Eseguite nel rispetto delle norme di distanza sociale, indossando i dispositivi di protezione personale del caso, ed in solitudine. Tutte le aree verdi descritte non sono parchi, ma luoghi di transito verdi, quindi ancora accessibili. L’attività motoria, se praticata con intelligenza e rispetto delle norme, è consentita.



Il mio appartamento ed il mio palazzo hanno un microclima tutto particolare ed in qualche modo in contro tendenza con quello che dovrebbe essere il clima del momento e in contraddizione totale con le regole delle termodinamica. L’androne delle scale del mio palazzo amplifica in peggio qualsiasi modello climatico, prende il peggio e te lo regala. Nelle mezze stagioni vuol dire uscire di casa tremando di freddo, fare le scale sudando ed uscire e trovare la temperatura perfetta.


P e r f e t t a.


Questa è la parola che mi è venuta in mente nel momento in cui il vento caldo di ieri ha sfiorato la mia faccia. Un vento caldo e soffice, morbido, che accarezza. Così lontano dal vento invernale: Lama glaciale veloce e tagliente. Già, questo è vento di Primavera. E’ arrivata, è qui! Ed uscito dal vortice polare dell’androne, faccio un passo avanti, quasi timido, verso il sole.


Mi fermo, chiudo gli occhi e respiro. Respiro primavera, calda, piena di odori noti, e di odori che non ci sono, come quelli degli scarichi delle macchine. Piena di ricordi, di 30 altre primavere che mi ricordo e che tornano a mente con ogni primo giorno di primavera: ricordi di braciate, di gite, di amori, di magliette a maniche corte, di giornate di scuola saltate, ed ultimamente, di viaggi.


Tutto questo in un respiro.


Riapro gli occhi e vedo il mondo con nuova luce. E’ tutto uguale come sempre, i dintorni della mia casa sono, forse, il luogo meno adatto da affiancare alle parola bellezza, ma in un attimo è diventato tutto bello.


Bando alle ciance – Sono qui per esplorare il mio territorio. Nelle precedenti settimane sono stato molto ligio nel rispettare i mandamenti di questa pandemia, e mi sono concesso una breve passeggiata una volta a settimana. In ogni passeggiata ho esplorato dei piccoli pezzetti di verde che non sapevo nemmeno esistessero, tutto a massimo 200 metri da casa. Oggi voglio unirli tutti, in un anello logico, e creare, a tutti gli effetti un’escursione, un itinerario.




Ok, partiamo.


Riapro gli occhi e mi incammino, attraversando la strada ed abbandonandola per entrare nella prima area verde da esplorare. E’ un semplice corridoio tra due palazzi, ma raggiunge quasi la perfezione. Due file di alberi, pini e giovani lecci, disposti asimmetricamente, danno un incredibile senso di profondità ed il piccolo sentiero, creato dal calpestio dei frequentatori del luogo, invita a percorrerlo verso la luce che fa sfondo agli alberi.





Luce dopo gli alberi- indica solitamente, una radura ,uno spazio aperto, un cambiamento di ambiente. Ed anche in questa avventura di periferia la luce è indizio di tutto ciò, in fondo al piccolo corridoio tra gli alberi si apre un ampio spazio aperto, con vista sui monti pisani e sulla mia bellissima rocca della verucca.




Al suo centro, un gigantesco prato, verde iridescente con giganti macchie di margherite bianchissime. Mi fermo per fare una foto ed una signora da un balcone mi urla “Sono bellissime vero?” “SIII” Rispondo io, “da qui sopra sono come nuvole in un cielo verde” continua la signora. Annuisco, urlando la mia approvazione, e mi rimetto in cammino, con un sorriso enorme sulla faccia. Che scambio stupendo ed unico, penso. Mai e poi mai avrei pensato di parlare di bellezza a Cisanello, ed ancora meno di condividerla con una sconosciuta.





Riprendo il cammino con lo stesso passo che ho quando sono emozionato di esplorare un luogo nuovo tagliando il campo di margherite in diagonale fino a riprendere una strada che mi riporta dietro le torri del Bulgarella – brutte e simbolo di abbandono, ma vi giuro che per me dicono casa. Ogni volta che torno da un viaggio lungo sono la prima cosa che vedo e mi fanno sentire al sicuro – Trovo un viottolo che le aggira riportandomi alla farmacia Minucci e a Via Bargagna, dalla quale, in modo incredibilmente fluido, si entra in quella foresta urbana tra Bia di Cisanello e Via Bargagna.





Se la si attraversa, si arriva velocemente in Via Cisanello e all’Esselunga, ma più o meno ad un terzo, si può svoltare a sinistra per prendere una strada di campagna, di collina, come quelle che si trovano nelle colline Pisane o a Toiano. La strada è ampia e morbida e si immerge in una foresta selvaggia che scopro essere una lama, come quelle di San Rossore e o di Bocca di Serchio, parte di questo bosco si sommerge danno vita a dei laghetti che sono bellis-– La realtà è anche un’altra però, come si sposta lo sguardo dal sentiero, in verità si notano un mare di spazzatura ma soprattutto residui medici lasciati dai numerosissimi tossico dipendenti che frequentano questa zona. Insomma, bello ma non bellissimo.





Il sentiero si interrompe davanti ad recinto che chiude una centralina di acque e mi forza a tornare indietro, tra alberi in fiore e siringhe usate (che brutta parola, siringhe), fino al piccolo incrocio che mi riporta di fronte all’Esselunga. La strada è deserta, questa è una cosa che mi piace di questa situazione: le grandi vie, normalmente pericolose e trafficate, sono percorse da poche e timide macchine, che permette di attraversarle in un modo diverso, non frettoloso e in ansia, coscienti del fatto che quel luogo non ci appartiene, ma lento e ragionato. In mezzo alla strada mi prendo un momento per apprezzare questo spazio che non è fatto per il cammino.


I miei passi mi riportano verso sud e attraverso Via di Padule, fino ad incrociare via Norvegia. Ah, via Norvegia, misteriosa via tra i palazzi. Via Norvegia è una periferia nella periferia. Abbandono la strada per entrare nelle corti tra i palazzi, un dedalo di forme squadrate e di colonne che incorniciano l’ambiente che ci circonda. Vago con lentezza e guardo macchine e balconi. Anche qui non c’è nessuno. Attraverso questa area di cemento ed asfalto per arrivare ad un piccolo paradiso verde. Un campo, incolto ed abbandonato, dove crescono dei folti pini e la vegetazione ha l’altezza tipica della ripartenza primaverile. Anche qui c’è un sentiero di calpestio che invita ad arrivare alla parte opposta. Cammino piano sfiorando i fiori gialli che ricoprono questo pezzo di terra fino ad arrivare ad una distesa di ghiaia. Il Parcheggio degli ospiti degli impianti del Porta a Piagge.





Da li potrei estendere il mio cammino, fino al viale dei cipressi, ma decido di rientrare e prendere la piccola strada tra i campi da calcio che mi riportano verso casa.

Mentre cammino continuo a godermi questa stramba Primavera, e mi rendo conto che questa è la prima Primavera in 4 anni che passo in Italia. Primavere in Portogallo, in Marocco, nei Parchi Naturali degli Stati Uniti, ah quanto ho agognato il mio primo 25aprile1°maggio in Italia….


Primavera a Cisanello.


Primavera in casa.


Giulio.

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